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...Ambiente immutato nel tempo!
Santa Caterina (is loddus) è una località con un passato antico e storicamente
interessante.
L'origine della laguna, dell'istmo e delle saline è da collegare con l'emissione di cordoni
di sabbia
emersi durante l'ultimo evento trasgressivo versiliano. Molti secoli fa,
infatti, tutta l'area
circostante era ricoperta dal mare.
L'istmo di Santa
Caterina è stato costruito dai Cartaginesi
durante
l'occupazione militare in Sardegna durata
dal VI° al III° secolo A.C., in
seguito i Romani
alla fine del II° secolo A.C. completarono l'opera
con la
costruzione
di un ponte.
Il Ponte Romano è ancora oggi visibile a lato destro della strada
principale SS126.
Nei pressi dell'istmo nasce la
leggenda del
"Frate e della Monaca". I due insoliti amanti che,
mentre tentavano una
fuga d'amore sull'isola, furono
tramutati in statue a mezz'aria,
a dimostrazione
della
disapprovazione divina. Le figure pietrificate
sono in realtà "menhir prenuragici" del III°
millennio
A.C. che si ritiene
fossero collegate a riti di fertilità: uno ha caratteristiche prettamente
femminili, mentre l'altro rappresenta senza ombra di dubbio l'elemento
maschile.
I due "menhir" popolarmente detti Su Para e Sa Mongia,
"il
frate" e "la monaca", si trovano nella
località di
Santa Caterina (is perdas longas) in mezzo
a un grande campo tra le saline e la
laguna di Sant'Antioco.
Tuttavia nei tempi più recenti, alla sua vocazione del mare, Santa Caterina
ha unito anche la
ristorazione, il turismo e l'artigianato, in un ambiente ancora incontaminato e rimasto perlopiù
immutato
nel tempo.
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